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Materiali e spunti: traccia di Cultura

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1 Mese 4 Giorni fa - 3 Settimane 12 Ore fa #28 da admin
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Di seguito alcuni materiali e spunti relativi ad una possibile traccia di Cultura sul Festival di Sanremo 2026, alla luce delle ultime notizie circa il bando di gara indetto dalla città di Sanremo per assegnare l'organizzazione della prossima edizione del festival.
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Sanremo 2026: il Festival tra rivoluzione e incertezze
Il Festival di Sanremo si appresta a vivere una delle trasformazioni più significative della sua storia. Dopo un’edizione 2025 da record, che ha visto il trionfo di Olly con "Balorda nostalgia" e un risultato di ascolti senza precedenti, il futuro della kermesse sembra tutt’altro che definito. La decisione del Comune di Sanremo di indire un bando di gara per l’organizzazione del Festival dal 2026 al 2028 ha scatenato una serie di reazioni che potrebbero portare a un cambio epocale nella gestione della manifestazione.

Il bando del Comune e la reazione della Rai
La sentenza del TAR Liguria dello scorso dicembre ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto del Festival alla Rai, imponendo un bando di gara pubblico per l’assegnazione della produzione dell’evento. Il Comune di Sanremo ha quindi definito i paletti per la gara, imponendo al futuro organizzatore il pagamento di almeno 6,5 milioni di euro l’anno e la trasmissione di eventi collaterali come Sanremoinfiore.La Rai, che da oltre settant’anni detiene il controllo esclusivo del Festival, ha espresso forte irritazione per questa decisione, considerandola un’interferenza nella propria libertà editoriale. Il Comune, dal canto suo, ha giustificato il bando come un passo necessario per valorizzare ulteriormente il marchio Sanremo e garantire un ritorno economico più alto per la città. Il Festival, infatti, rappresenta un volano economico significativo per la Liguria, generando un indotto di milioni di euro per il settore alberghiero, della ristorazione e del commercio locale.La pubblicazione del bando è attesa entro i prossimi giorni, mentre il 22 maggio sarà una data cruciale con il pronunciamento del Consiglio di Stato sui ricorsi presentati dalla Rai e dal Comune di Sanremo contro la sentenza del TAR. Se il verdetto confermasse l’obbligo di bando, il Festival potrebbe passare nelle mani di un operatore diverso dalla Rai, come Mediaset o Discovery, cambiando radicalmente la sua struttura e gestione.L'ipotesi di una Sanremo senza Rai ha sollevato dibattiti anche tra gli addetti ai lavori: produttori discografici, sponsor e artisti vedono nel Festival un evento fortemente legato alla televisione pubblica, il cui know-how e la cui macchina organizzativa hanno garantito il successo della manifestazione negli ultimi decenni. Il rischio di un cambio di gestione potrebbe dunque alterare profondamente l’identità dell’evento.

Quali operatori potrebbero subentrare alla Rai?
Il bando aperto dal Comune di Sanremo offre un’opportunità unica per altri operatori televisivi, che potrebbero provare a conquistare la gestione del Festival. Tra i principali candidati emergono:
  • Mediaset, che potrebbe portare il Festival sulle reti di Canale 5 con una strategia di spettacolarizzazione ancora più orientata all’intrattenimento e ai reality show.
  • Discovery Italia, che con Nove e altri canali ha dimostrato una crescente ambizione nel settore dell’intrattenimento.
  • Sky Italia, che potrebbe puntare su un evento di altissimo livello produttivo, sfruttando le proprie capacità tecnologiche e di broadcasting in HD e 4K.
  • Amazon Prime Video, che negli ultimi anni ha investito molto negli eventi in diretta e potrebbe tentare una rivoluzione streaming del Festival.
Questi scenari aprirebbero un nuovo dibattito sull’accessibilità del Festival, dato che un passaggio a un canale a pagamento o a una piattaforma in streaming potrebbe limitare la platea di spettatori rispetto alla trasmissione su Rai 1.

Un nuovo festival targato Rai?
Viale Mazzini, infatti, non ha intenzione di rinunciare a un evento che nel corso degli anni ha consolidato il proprio ruolo di principale vetrina musicale italiana. Per questo motivo, la Rai starebbe valutando l’organizzazione di un nuovo Festival della Canzone Italiana in un’altra città e con un nome differente.Torino appare la scelta più probabile, avendo già ospitato con successo l’Eurovision Song Contest nel 2022 e disponendo delle infrastrutture adatte per un evento di questa portata. Altre opzioni includono il Teatro Massimo di Palermo e il Teatro Petruzzelli di Bari, che garantirebbero un prestigioso palcoscenico per la nuova manifestazione. Il format resterebbe simile a quello di Sanremo, ma con l’elemento distintivo di una maggiore attenzione alla musica emergente e a generi alternativi. Questo permetterebbe alla Rai di mantenere il controllo su una competizione musicale di grande richiamo e, soprattutto, di continuare a selezionare il rappresentante italiano per l’Eurovision, visto che solo la tv pubblica, in base agli accordi con l’EBU, ha tale prerogativa.Tuttavia, la creazione di un nuovo Festival non è esente da rischi: il brand “Sanremo” è fortemente radicato nella cultura italiana, e uno scorporo potrebbe risultare difficoltoso. Inoltre, la Rai dovrebbe affrontare la sfida di rendere la nuova manifestazione attraente per il pubblico e per le case discografiche, senza l’appeal storico dell’Ariston e della città dei fiori.

Le implicazioni legali e istituzionali
Il passaggio del Festival di Sanremo a un nuovo operatore solleva diverse questioni legali e istituzionali:
  • Vincoli EBU e Eurovision: La Rai, in quanto membro dell’EBU (European Broadcasting Union), ha il diritto esclusivo di selezionare il rappresentante italiano all’Eurovision. Se un nuovo operatore prendesse il controllo del Festival di Sanremo, sorgerebbe il problema di quale competizione avrebbe il diritto di indicare il rappresentante italiano. La Rai potrebbe decidere di organizzare il proprio Festival proprio per mantenere questo privilegio.
  • Ricorsi e contestazioni: La Rai potrebbe impugnare il bando comunale per cercare di bloccare l’assegnazione a un nuovo operatore. Anche eventuali altri concorrenti potrebbero contestare l’esito della gara.
  • Ruolo del Governo: Il Festival di Sanremo è considerato un evento di interesse nazionale. Il Governo potrebbe intervenire per garantire che l’evento rimanga sulla televisione pubblica, ponendo dei vincoli normativi alla sua gestione.
Cosa accadrà nel 2026?
Le prossime settimane saranno decisive per il futuro del Festival di Sanremo. Se il bando andrà avanti e un nuovo operatore si aggiudicherà l’evento, assisteremo a un cambio radicale nella gestione della kermesse. D’altra parte, la Rai non rimarrà a guardare e punterà su un evento parallelo, con il rischio di frammentare il pubblico e creare una competizione tra due festival musicali italiani.Il presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, ha già dichiarato che "Sanremo non può essere fatto fuori da Sanremo" e ha promesso di intervenire per cercare di mantenere la manifestazione nella sua sede storica. Tuttavia, la possibilità che la Rai si sposti altrove appare sempre più concreta, soprattutto se il Consiglio di Stato dovesse confermare l’obbligo di bando.Qualunque sia l’esito, il 2026 sarà un anno spartiacque per la storia della musica italiana. Sanremo rimarrà la capitale della canzone o perderà il suo primato? La Rai riuscirà a mantenere il suo dominio televisivo sulla musica italiana? In attesa di risposte, una cosa è certa: il Festival non smetterà mai di far parlare di sé.

 
Ultima Modifica 3 Settimane 12 Ore fa da roberto.rossi.

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